"Le mie gravidanze: quelle andate a buon fine e quelle no"(Parte 1)-Ostetrica Sere
- Serena Tolomei (Ostetrica Sere)
- 15 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 21 ore fa
Ciao sono io, Ostetrica Sere, ma qui sono solo Serena, perché ho deciso di raccontare anche la mia di storia.

Questa è solo la prima parte, un piccolo frammento della mia storia. Ho voluto “spezzettare” le mie esperienze, per focalizzare ogni volta su un argomento diverso.
Questa parte di storia è incentrata sull’arrivo di una gravidanza inattesa in una situazione particolare. Ma anche sulla scoperta di essere incinta attraverso i sintomi prima di fare il test.
Mi farebbe molto piacere un vostro commento, su questa storia e sulle altre della rubrica "Raccontami la tua storia".
Inserirò i vostri commenti negli episodi dei due Podcast dedicati alla rubrica.
Ho 3 figli, e purtroppo ho alle spalle anche 3 aborti spontanei e se c’è una cosa che ho imparato è che ogni gravidanza è sempre un mondo a sé.
Oggi vi parlo dell' inizio della prima gravidanza andata a buon fine
La gravidanza della mia prima figlia la battezzerei come “ beata ignoranza”.
A volte è vero che la totale consapevolezza delle cose, non è sempre un bene, perché il troppo sapere spesso ci condiziona e non sempre aiuta.
Nel mio caso, per la mia prima gravidanza, posso dire che l’inconsapevolezza per certi versi mi ha aiutata, ma allo stesso tempo, mi rendo conto, col senno di poi, di essere stata solo molto fortunata, perché in realtà ho rischiato grosso in diverse occasioni.
Era il 1996, avevo 22 anni non ancora compiuti, e soprattutto non frequentavo ancora l’Università per diventare ostetrica.
Per darvi un quadro della situazione, solo per poter capire quello che succederà dopo, dovete sapere che la relazione con il ragazzo, che sarebbe diventato mio marito di lì a un anno, andava avanti da 4 anni fra alti e bassi e la nostra situazione lavorativa non era ancora definita. Io frequentavo l’Università, che all’epoca era Giurisprudenza e lui stava completando il servizio militare, iniziato con qualche anno di ritardo.
Non era esattamente la situazione ideale per una gravidanza.
Tornando alle questioni tecniche, il mio ciclo è sempre stato super regolare e anche la sindrome premestruale si presentava regolarmente circa 5 giorni prima delle mestruazioni.
I sintomi erano sempre gli stessi: instabilità emotiva, gonfiore di pancia e dolore al seno. Soprattutto il dolore al seno era la sentinella che presagiva l’arrivo delle mestruazioni di lì a pochi giorni.
La mia ultima mestruazione è stata il 7 aprile e la seguente sarebbe arrivata il 5 Maggio, per cui i primi dolori al seno avrebbero dovuto presentarsi all’incirca verso il 30 Aprile, e invece niente.
Passano i giorni e nessun dolore. Arriva il 5 maggio e NON arrivano neanche le mestruazioni.
Il ritardo prosegue inesorabile per diversi giorni fino quasi all'inizio di Giugno.
A quel punto arrivano i tanto attesi dolori al seno, che mi fanno pensare alla mestruazione imminente.
Ma l’unica cosa che li ha accompagnati è stato il cambio di colore dei capezzoli, che stavano scurendo a vista d’occhio!
All’epoca niente smartphone e tantomeno internet per fare ricerche.
Poi è arrivata la ciliegina sulla torta dopo la seconda mestruazione mancata: la nausea.
E’ iniziata rendendomi insopportabile l’odore del pesce.
Ricordo che la mia mamma aveva cucinato i totani ripieni, che a cose normali avrei adorato, ma quel giorno, appena scoperchiata la padella, le mie narici sono state invase da un odore nausente; quello stesso odore che solo un mese prima avrei descritto come un profumo.
Mi affretto a rifiutare la mia porzione con la scusa che non mi andavano.
La mia mamma, si è subito insospettita, soprattutto perché non riuscivo a nascondere l’espressione di disgusto.
Quando il giorno dopo ho rifiutato anche l’insalata di polpo, i sospetti sono diventati certezze e ha iniziato a farmi domande.
Il giorno dopo eravamo già a fare test di gravidanza al laboratorio.
Lei stessa ha ritirato i risultati, e nel consegnarmi la busta, che aveva accuratamente già aperto, mi ha detto. “Vai, ora sei sistemata”.
Il turbine di pensieri confusi che mi ha invasa non è descrivilbile, ma uno solo era chiaro nella mia testa : “Non voglio abortire per nessun motivo”.
Inutile dire che la notizia della gravidanza non è stata presa benissimo in famiglia, almeno per i primi giorni.
Ma nonostante questo, la parola “aborto” non è uscita dalla bocca di nessuno.
Il mio compagno era ben consapevole che c’era la probabilità di gravidanza quel mese, e quando ha avuto la certezza di essere un padre in attesa ha preso molto bene la notizia.
Il clima in famiglia pian piano è cambiato e tutto il mondo intorno a noi si è adeguato alla nuova realtà.
La nostra situazione non ci permetteva di andare a vivere da soli e mio padre ha fatto in modo da ritagliare una camera in quella che sarebbe dovuta essere un bel salotto grande. Io non oso pensare se i miei genitori non avessero accettato quello che era successo, o se fossimo stati soli. Non avessi avuto loro non so che fine avremmo fatto e quali decisioni avremmo dovuto prendere. Non li ringrazierò mai abbastanza. Mai.
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